giovedì 7 novembre 2013


LA MENZOGNA DELL'INTEGRAZIONE RAZZIALE

L'integrazione razziale è la più grande menzogna che sia stata raccontata e propagandata a popolazioni, originariamente molto forti e radicate nella loro storia e cultura millenaria, con il solo scopo di poterle indebolire e con il tempo annientare grazie ad un sistematico assoggettamento al disegno globalizzante del consumo di massa. Nessuno si vuole integrare con chi è diverso (paesi come Israele ed il Giappone ne fanno la loro bandiera), gli stessi extra comunitari che arrivano in Italia vogliono vivere e interagire (al di là degli orari di lavoro) solo con i loro stessi simili o connazionali, per non parlare delle faide che si instaurano tra le varie etnie per il controllo del territorio anche nei quartieri delle città italiane. Pensiamo solo ad africani contro slavi o asiatici contro sudamericani. Quando lo capiranno i finti perbenisti italiani, che si spacciano per filosofi, per giornalisti radical chic o per sindacalisti emergenti, che gli esseri umani sono fra di loro profondamente disomogenei, sono uguali solo innanzi alla legge, ma sul piano intellettuale, fisico, culturale ed affettivo sono profondamente diversi. Vi è differenza tra un tedesco ed un austriaco, tra un italiano del nord ed uno del sud, figuriamoci tra un cingalese ed un marocchino.

 Il termine discriminare recepisce ormai sempre più una valenza negativa in senso assoluto, grazie al contributo folle del politically correct, qualunque esso sia il contesto per cui viene utilizzato. Tuttavia discriminare, inteso etimologicamente come distinguere una persona da un'altra, rappresenta una libertà assoluta di chiunque ovvero quella di decidere con chi vivere e quella di decidere da chi stare lontano. Non significa pertanto razzismo o apartheid come ci vogliono far credere, ma solo una facoltà personale raziocinante che non deve essere ostracizzata o criminalizzata. Nessuno in passato ci ha chiesto se volevamo vivere e soprattutto integrarci con un nigeriano, un cingalese, un serbo o un islamico. Ci è stato semplicemente imposto. Qualcuno ha deciso per tutti, sostenendo che l'integrazione multietnica avrebbe portato ricchezza tanto economica quanto culturale. Personalmente non mi voglio integrare con una cultura che tratta la donna come un oggetto asservito alla mera procreazione, antioccidentali, tagliatori di teste e mani, lapidatori di femmine innocenti, pedofili asserviti alla religione maomettana o con chi sgozza animali vivi stile sacrificio tribale nel proprio giardino perché la sua cultura e religione lo prevede.

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